Ora ho un obiettivo, anche se vago: so che vorrei essere indipendente da orari e uffici, da posti e città; una nomade digitale.
Ma facendo che cosa?
Bisogna capire in che direzione muoversi, che tipo di vita fare e di che cosa occuparsi.
E’ importante capire che tipo di freelancer si vuole essere, quindi bisogna farsi una certa cultura sull’argomento, per evitare di non sapere bene in cosa infondere le proprie energie. Si può cominciare leggendo blog, seguire l’esperienza di diverse persone, capire su cosa ci sintonizziamo meglio.
Per molto tempo ho seguito online esempi di persone che non hanno il posto fisso.
Si trova di tutto: persone perennemente in viaggio, persone che lavorano dalla loro villetta in Irlanda, persone che vivono con 10 dollari al giorno, persone che fanno solo volontariato, persone che guadagnano migliaia di dollari a cliente.
Bisogna cercare di capire dove ci si vuole inserire.
Provo a dettagliare quello che sento: a me piacerebbe lavorare con la libertà di spostarmi, provando la vita in diversi posti, per poi decidere una località dove fermarmi più a lungo. Non ho necessità di alti guadagni, ma comunque una base piuttosto fissa su cui contare sarebbe il mio ideale.
Il corso intanto mi insegna che è importante avere obiettivi quantificabili, non idee vaghe. Numeri e azioni pratiche, elementi misurabili.
Quindi ecco gli obiettivi:
- libertà di movimento (location independent) significa lavorare tramite un pc
- guadagno non elevato, ma abbastanza costante (1000€/mese)
Ho iniziato così: per tanto tempo ho seguito blog e siti vari, sia italiani sia in inglese, cominciando a conoscere le persone e i luoghi. Insomma mi sono fatta una bella cultura sull’argomento. Dentro di me le informazioni si sono accumulate e ho potuto usarle per capire meglio cosa potevo fare. E alla fine ho prodotto un obiettivo pratico, una meta da raggiungere. E’ molto difficile individuare un percorso se la meta è vaga, riuscire a circoscrivere il campo è un grande passo per poterla raggiungere.