La mia esperienza con Upwork

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Uno dei nomi che si sentono più spesso quando si cercano informazioni sul lavoro online è Upwork. Fino a qualche mese fa non sapevo che esistesse, ma quando ho cominciato a informarmi ne ho letto ovunque; viene sia lodato che odiato, quindi non sapevo bene che cosa aspettarmi.
Si tratta di un marketplace, cioè di un sito di intermediazione per lo scambio di servizi, tra un cliente e chi può fornire questi servizi.
Ha una quantità enorme di offerte di lavoro, praticamente tutte in inglese e provenienti da aziende di tutto il mondo; ci sono moltissime aree e sotto-aree in cui sono suddivisi i servizi richiesti.

Per utilizzarlo bisogna iscriversi gratuitamente, si compila un profilo inserendo una foto, una descrizione, compilando competenze e storia lavorativa, si aggiungono i propri lavori in un portfolio. Il portfolio è importante, perché quasi tutti vogliono vedere quello che sai fare prima di farti un contratto di lavoro (e mi sembra il minimo!).
Dopo avere creato il proprio profilo, si può cercare lavoro: si restringe il campo di ricerca ad aree specifiche, poi si comincia a leggere le varie offerte e ci si propone.

5 cose che ho imparato usando Upwork

Bisogna studiare – per esempio studiare la concorrenza, leggere i profili degli altri freelancer; si può anche postare un’offerta di lavoro per vedere come rispondono gli altri freelancer e imparare dalle loro proposte (cosa ci piace, cosa non ci piace, chi assumeremmo).

Offrire qualcosa – quando si scrive una proposta bisogna scriverla per il cliente, non per incensare noi stessi; chiediamoci di che cosa ha davvero bisogno il cliente, offriamogli quello invece che una noiosa lista delle nostre capacità, facciamogli vedere che il progetto ci interessa e che abbiamo già delle idee.

Avere tatto – si può dire al cliente che quello che ha in mente noi possiamo farlo meglio, perché ci sono degli errori nel suo progetto (i colori sbagliati, il testo noioso, scarsa lungimiranza); questo fa vedere che sappiamo di cosa stiamo parlando, ma va fatto con un certo approccio; Pascal ci insegna che per dire a qualcuno che ha torto, prima dobbiamo sottolineare sotto quale punto di vista ha ragione.

Parlare di sé nel modo giusto – nel profilo ho inserito dei testimonial (persone per cui ho lavorato e che mi hanno dato un feedback positivo sul mio lavoro), che sono brava lo dicono altri, non io; ho parlato di quello che il cliente può desiderare per i suoi progetti, ho scritto di lui, non di me. Non so quanto funzioni, né quanti clienti leggano il profilo rispetto a quelli che guardano solo il portfolio, ma in ogni caso è meglio essere saggi che non egocentrici.

Ci vuole determinazione – più proposte si fanno più possibilità si hanno; non bisogna essere timidi, né pensare che vagliare un paio di offerte al giorno sia abbastanza. Bisogna essere costanti e propositivi, se non lo si fa seriamente non si ottengono risultati.

La mia esperienza con Upwork

E’ un metodo che considero ottimale; è semplice e mi toglie l’affanno della ricerca di contatti e possibili clienti, che trovo una delle cose più estenuanti del lavorare in proprio.

Dal punto di vista del lavoro grafico e del web design si trova moltissimo; dal punto di vista dell’illustrazione un po’ meno: le ricerche di illustratori ci sono, ma sono spesso pagate poco o poco professionali. Quindi richiede un impegno serio e costante nel vagliare le offerte (cercare lavoro E’ un lavoro) e poi una certa abilità nello scrivere una proposta che interessi il cliente.
Il lato positivo del dovere scrivere molte proposte è che ho acquisito fiducia in me stessa; mi propongo ogni volta che qualcosa mi piace e sono diventata sciolta nello scrivere.

Per ora non ho avuto risultati troppo brillanti: ho due clienti fissi per cui faccio illustrazioni; ho concluso diversi progetti, relativi sia a illustrazioni che a grafica, e ho imparato a fare tante proposte. Ho capito che sono in grado di fare cose di valore, informazione preziosissima per me stessa.
Per quanto riguarda il campo dell’illustrazione credo sia necessario orientarsi verso altri canali, più usati da chi lavora in ambito editoriale (canali che devo ancora esplorare); ma indubbiamente se ci si mettono impegno e costanza Upwork può essere una fonte inestimabile di lavoro.

PRO:

  • è semplice e non richiede investimenti iniziali
  • risolve il problema di cercare ovunque nuovi clienti
  • raccoglie davvero moltissime offerte
  • protegge i pagamenti, con un po’ di accortezza diventa difficile farsi fregare
  • gestisce tutta la parte burocratica del lavoro, richieste di pagamenti, messaggi

CONTRO:

  • c’è molta concorrenza al ribasso, quindi bisogna impegnarsi per farsi notare
  • prevede una commissione sui pagamenti non molto bassa (20% per guadagni fino a 500 dollari)

 

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