Che lavoro fare

che-lavoro-fareA questo punto mi sto creando l’atteggiamento mentale corretto, ho stabilito una routine, ho la determinazione. Ma di preciso che lavoro voglio fare? Che attività dovrei svolgere?

Seguire la passione?

Qui bisogna cercare di chiarirsi le idee. Ovviamente mi viene in mente qualcosa di appassionante, un’attività che avrò voglia di fare sempre, in ogni momento; che mi faccia venire voglia di alzarmi la mattina.
Quindi dovrei decidere che cosa mi appassiona fino in fondo… pensandoci direi che la soluzione sarebbe la “creatività manuale”: non passa giorno senza che io desideri realizzare una qualche idea strampalata, che si tratti di cucire, incollare, ritagliare, fondere…
Però ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione: voglio aprire un laboratorio? Desidero scegliere una città in cui stabilirmi a lungo termine? Mi sento di fare un investimento importante, impegnare tutto quello che ho? Questo tipo di attività mi porterà dei guadagni?

Rispondere a queste domande mi aiuta a capire: mi piacerebbe avere un laboratorio, davvero molto; non so se l’attività mi porterebbe dei guadagni; ma so che non sono pronta a scegliere la città dove risiedere; so anche che non sono convinta di questa attività al punto da metterci tutti i miei risparmi.

Quindi come si può fare a scegliere? Bisogna abbandonare la passione? Ritornare al punto di partenza? Il corso che seguo mi viene in aiuto, proponendomi un modo per ragionare: non serve seguire una passione bruciante, quello è un po’ un mito: intanto dovrei sapere con estrema chiarezza quale sia la mia passione; un po’ difficile conoscermi così a fondo, ogni cosa potrebbe finire con lo stancarmi, potrei desiderare di provare nuove cose, potrei cambiare. Inoltre potrebbero volerci anni prima di riuscire a guadagnare qualcosa da un sogno.

Una analisi coerente, ri-partiamo dalle basi…

Forse non sto ragionando nella giusta direzione. Devo ripartire dall’inizio, ripensare a quale fosse lo scopo che mi ero prefissata:
essere indipendente, sia da un datore di lavoro che da un luogo fisso, sopra a ogni cosa.

Allora posso riformulare la definizione del tipo di attività che sto cercando: serve trovare una cosa che so fare, che mi viene bene o che posso imparare bene; serve individuare un’attività che mi piaccia fare o che almeno non mi dispiaccia; serve che questa attività abbia un mercato e sia fattibile in remoto.

Non solo, devo anche pensare a quali cose SO fare, o sono disposta a imparare: faccio un elenco delle mie skills, ci metto proprio tutto-tutto, perché così ho un quadro della mia situazione e magari mi vengono delle idee:

Tecnologia: so utilizzare gli strumenti di ricerca, uso con disinvoltura il pc, conosco l’html, i css e wordpress.
Comunicazione visiva: sono molto a mio agio con Photoshop, so usare Illustrator e Indesign, mi intendo di percezione visiva (ho un buonissimo occhio per l’organizzazione visiva e gli accostamenti di forme e colori).
Comunicazione: sono brava con le parole, conosco bene la lingua italiana, so organizzare e sintetizzare le informazioni; so spiegare e insegnare; conosco l’inglese e una minima base di francese.
Design: ho esperienza di illustrazione, tecniche di oreficeria, sono aggiornata sui trend e ho vasta esperienza di creatività varia.
Personalità: sono precisa, organizzata, curiosa e imparo in fretta.
Altro: cucino bene, mi interesso di ambiente e comportamenti etici e ecosostenibili (nutrizione, riciclo, vita sostenibile).

Ovviamente non tutto può trasformarsi in un lavoro, ma sono elementi abbastanza chiari e restringono il campo. Analizzo un po’ di marketplace online per vedere quali sono i tipi di lavoro disponibili e quali i più ricercati e da questi scarto tutte le attività che non mi piacciono o che decisamente non sono in grado di svolgere.

Dopo un po’ di ricerche e di tentennamenti, decido di orientarmi su due diverse attività. La prima è l’insegnamento tramite Skype: insegnare mi diverte e so che posso essere brava; inoltre non ci sono difficoltà o investimenti per iniziare, basta iscriversi su un sito come Italki (https://www.italki.com/), creare un bel profilo da insegnate e cominciare a fare qualche esperimento; almeno sarà un’attività collaterale che mi aiuterà a sbarcare il lunario.
Inoltre voglio riprendere in mano l’illustrazione: mi piace, lo so fare bene, ci sono tantissime risorse online per imparare meglio, si trovano un po’ di lavori “remoti”; inoltre si possono individuare alcune attività correlate nel campo della grafica, così si amplia la selezione dei possibili clienti.

Il dado è tratto! Tiriamo le somme

Ci ragiono, mi faccio qualche ricerca, mi sembra una buona idea di partenza. Quindi il gioco è fatto: dedicherò qualche ora settimanale all’insegnamento (e vedo come va!) mentre intanto mi occuperò di lavori di illustrazione e grafica.

Quindi il percorso è stato:

  1. tenere bene a mente ciò che vorrei ottenere: indipendenza;
  2. formulare ipotesi su quali attività posso svolgere (che cosa mi piace? Che cosa so fare? Creare, disegnare, parlare);
  3. analizzare queste attività per capirne la fattibilità pratica (che tipo di impegno richiedono? C’è richiesta sul mercato? C’è possibilità di guadagno?);
  4. scegliere una (o più) attività che soddisfi i criteri di gradimento e fattibilità.

Il fatto di avere deciso mi fa sentire meglio, indiscutibilmente, perché adesso so a cosa dovrò dedicare i miei sforzi e soprattutto so quali dovrebbero essere questi miei sforzi!

Situazione: continuo a mantenere la routine, mi alzo presto e lavoro tutta la mattina, studiando, leggendo, imparando come usare i diversi strumenti utili (siti come Upwork e Italki, programmi per la grafica e l’illustrazione); io e la mia amica ci controlliamo ogni settimana, lei non è “cattiva” come vorrei con me, ma per ora sono abbastanza brava anche senza reprimende.

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