Una definizione di Digital Nomad, ovvero dell’indipendenza

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Conosco da tanto l’esistenza dei digital nomad: persone che lavorano in remoto, non sono legate ad un posto fisso, si impegnano con orari flessibili.
Sembrerebbe idilliaco; essere indipendenti da un luogo fisso e da un ufficio sembrerebbe un’ottima soluzione.
Qualunque sia lo scopo della vita sembrano esserci innumerevoli vantaggi nel gestire il proprio tempo in modo più efficiente:

  • si migliorano le relazioni sociali (si può decidere di lavorare quando famigliari o amici sono impegnati ed essere disponibili quando sono liberi);
  • si può seguire correttamente il proprio ritmo, non siamo tutti uguali e c’è chi è più attivo la sera oppure chi di mattina;
  • si può decidere quante ore lavorare, ovviamente in base anche a quanto guadagno si necessita;
  • non c’è bisogno di pianificare mesi prima eventuali vacanze, dato che non si hanno colleghi con cui coordinarsi, dictat imposti dall’azienda e soprattutto si può lavorare anche in vacanza, se necessario (basta portarsi il laptop);
  • c’è un forte miglioramento delle condizioni di vita in generale, dovuto al calo dello stress e alla maggiore autonomia;
  • si ha la possibilità di dedicarsi a progetti che si scelgono (nei limiti del possibile) e che quindi avranno per noi un maggiore interesse;
  • non è obbligatorio diventare nomadi, i benefici dell’autonomia sono molti anche per chi ha casa e famiglia.

Tutta una favola? Quali sono invece gli effetti indesiderati?
Non è una favola, resta una realtà in cui è necessario impegnarsi parecchio:

  • non è semplice trovare committenti online che soddisfino tutti i nostri criteri di compenso e di flessibilità;
  • bisogna costruire una certa reputazione e creare una solida rete di conoscenze
  • il lavoro resta lavoro, anche se fatto in modo location independent; le ore vanno comunque trovate, la fatica e l’impegno devono essere profusi;
  • non è per tutti, perchè ci vogliono doti di indipendenza, gestione personale e self-marketing
  • ci vogliono determinazione e perseveranza, ci possono essere tempi lunghi di transizione prima di arrivare ad avere un introito adeguato
  • è più facile trovare committenti internazionali, quindi è necessario conoscere bene almeno l’inglese
  • non tutti i tipi di lavoro possono essere svolti online, ovviamente sarà più semplice se si possono offrire servizi piuttosto che beni di consumo, dato che il mezzo di lavoro sarà il computer.

Quindi arriviamo ad una definizione di quello che fa un digital nomad:

un lavoro impegnativo, realizzato in modo autonomo, non legato ad una località specifica, senza orari imposti, in un settore per lui piacevole

Mmm. Così suona realistico. Ci provo?

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